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laboratorio di sviluppo dei progetti

Si è tenuto lunedì scorso, presso la sede della Fondazione Manodori, il primo Laboratorio di pratiche sullo sviluppo dei progetti del bando WelCom del 2017.

Sul territorio provinciale si stanno infatti realizzando le proposte che la Fondazione Manodori ha finanziato nella prima annualità di WelCom. La Fondazione Manodori sta accompagnando lo sviluppo dei progetti con una attività di monitoraggio volta ad incentivare gli interventi e a permettere agli enti impegnati di confrontarsi sulle scelte fatte, le criticità e alle strategie messe in atto.

Dopo un lavoro più dettagliato con i capofila di ogni progetto, l’incontro tra tutti i referenti ha è diventato un momento di lavoro condiviso e di confronto. Numerose le sollecitazioni e gli spunti di riflessione nati dai “primi passi” intrapresi dai progetti. Uno dei dati più interessanti di questa fase sono i numerosi contatti attivati tra gli operatori dei progetti e i cittadini grazie ad un importante lavoro di formazione e di rapporto diretto con potenziali collaboratori, volontari e beneficiari e di informazione alle comunità coinvolte.

Il progetto “Una mano”, nato per aiutare i pazienti oncologici a reinserirsi sul luogo di lavoro,ha attivato molteplici interventi di formazioneper il personale e un servizio presso la struttura ospedaliera di Reggio Emilia gestito da volontari e operatori come sportello informativo.

Il progetto “We in Act” sta lavorando su sette aree territoriali della provincia di Reggio Emilia, raccogliendo istanze, bisogni e sollecitazioni dai residenti di alcune aree urbane individuate. L’intento è di costruire con gli appartenenti alle singole comunità risposte mirate ai bisogni di chi si trova in condizione di fragilità inespressa. Si tratta inoltre di sollecitare risposte sempre all’interno delle comunità, attraverso il supporto di volontari, associazioni e servizi sociali.

Il progetto “Antenne Sociali” sta operando su quattro diverse aree della provincia. In questa prima tappa, l’obiettivo è coinvolgere cittadini, negozianti, operatori del mondo profit in una raccolta di informazioni su altri membri della comunità in situazioni di disagio per poi costruire servizi rivolti alle nuove fasce di vulnerabilità sociale come anziani, genitori in difficoltà, famiglie con scarse reti sociali.

Il progetto “Fart” si sta muovendo invece sul nostro appennino per conoscere e mettere a fuoco le problematiche più rilevanti e le necessità della popolazione rurale che risiede in località montane a volte isolate o con scarse opportunità economiche, culturali e di legami sociali.

Il progetto “im- Possibile” si sta attivando per far sorgere una cooperativa di comunità nell’area urbana che comprende la zona stazione, Santa Croce, la polveriera attivando le risorse locali, attività economiche esistenti o nascenti, il volontariato e l’associazionismo già presenti ed attivi sull’area. Tra gli obiettivi dell’intervento, la ricostruzione di un senso di appartenenza, lariqualificazione urbana e sociale dell’area, la ricostruzione di legami soprattutto per i residenti meno inseriti in reti sociali solide.