Vincenzo Carnevali
Ornato di soffitto con putti

Vincenzo Carnevali
Ornato di soffitto con putti

Vincenzo Carnevali (Reggio Emilia 1778 – 1842)
Ornato di soffitto con putti
acquarello su carta

L’opera
I progetti di pitture ornamentali si collocano nell’ambito dell’intensa attività di Vincenzo Carnevali come decoratore di interni in numerose case reggiane: il nitore degli elementi architettonici, le decorazioni a finto marmo e i delicati trompe-l’oeil aperti sui soffitti costituiscono cifre stilistiche ricorrenti negli ornati ideati dall’artista. Carnevali fu chiamato a decorare le più prestigiose dimore cittadine, a partire da Palazzo Spalletti Trivelli, dove eseguì eleganti decorazioni prospettiche impreziosite da tendaggi. Fu inoltre incaricato della realizzazione degli ornati dello scalone e del piano nobile di Casa Mazzoli, della realizzazione delle tempere di Casa Magnani e del Palazzo dei Notai, caratterizzate dalla commistione di elementi archeologici con il gusto per la pittura di rovine. Fu particolarmente apprezzato per la capacità di imitare magistralmente materiali preziosi, come il marmo e il bronzo, e l’abilità nel dipingere finti tendaggi.

L’autore
Le prime esperienze nel campo della pittura prospettica e di ornato maturarono nell’entourage di Francesco Fontanesi e proseguirono durante il periodo di perfezionamento all’Accademia di Belle Arti di Milano. Agli anni giovanili risalgono numerosi disegni destinati all’incisione di scenografie del fratello Cesare, di Francesco Fontanesi e di Pietro Gonzaga. Questa attività culminò con la collaborazione con l’incisore Carlo Zucchi nel 1820 per realizzare una raccolta di 50 tavole incise a contorno rappresentanti scene teatrali. Dal 1829 al 1842 fu titolare della cattedra di ornato e prospettiva presso la scuola di disegno di Reggio Emilia.

Di rilievo, anche le commissioni in ambito ecclesiastico. Decorò l’altare del Sacramento nella chiesa di San Prospero e le cupole della chiesa d’Ospizio e di Sant’Ilario. Decoratore, pittore vedutista e scenografo, dal 1802 lavorò per il Teatro di Cittadella a Reggio e la sua fama lo portò a lavorare anche per i teatri di Parma, Senigallia e Livorno.

Autore di grandiose ambientazioni, Vincenzo Carnevali si pone come una figura chiave nel processo di transizione tra la concezione neoclassica della scenografia e il progressivo diffondersi di una nuova sensibilità romantica, probabilmente influenzato dalla pittura di Giuseppe Boccaccio.