Ottorino Davoli
Paesaggio con mucca

Ottorino Davoli
Paesaggio con mucca

Ottorino Davoli (Reggio Emilia 1888 – Venezia 1945)
Paesaggio con mucca
olio su tavola

L’opera
Sulla scia della probabile riscoperta di Antonio Fontanesi, Davoli si concentra sulla campagna reggiana, che descrive con forte partecipazione emotiva, come in questa veduta immersa in una luce crepuscolare e avvolta da un profondo sentimento evocativo.

Quest’opera, esposta alla Mostra della Galleria Vinciana a Milano nel 1923, è dominata da una complessa condizione atmosferica, sulla quale si staglia il profilo definito della mucca, ritratta dal basso verso l’alto come per amplificarne la possanza.

L’autore
Davoli cominciò a dipingere da autodidatta. Poi si iscrisse a Milano ai corsi della Società Umanitaria e a quelli dell’Accademia di Brera. Nella città lombarda entrò in contatto con i modi della Scapigliatura, da cui trasse l’interesse per una pittura fatta di pennellate distinte, cariche di materia e lumeggiature, e con la tradizione del Seicento Lombardo, di Velasquez e Rembrandt.

Nel 1907 vinse il premio Sanguinetti, si iscrisse alla Scuola Libera del Nudo di Roma e l’anno seguente a quella di Firenze. Nel 1909 presentò a Reggio Emilia la sua prima mostra personale presso il teatro Ariosto, suscitando recensioni positive.

Nel 1910 si trasferì a Venezia dove frequentò la Suola di Nudo e visitò la Biennale, dove fu colpito in particolare dall’originalità di Munch.

Nel 1915 fu chiamato a decorare l’ufficio del presidente della Cassa di Risparmio con un fregio che lasciò incompleto per la chiamata alle armi e che terminò al suo rientro nel 1920. Da questo momento si concentrò prevalentemente sullo studio della natura, dedicando particolare attenzione alla resa della luce, probabilmente influenzato dalla tecnica di Segantini.

Il ritorno alla definizione di forme più nette caratterizza la fase successiva della produzione artistica di Davoli, che parrebbe coincidere con l’attività di insegnante alla Scuola d’Arte Chierici dove venne invitato da Cirillo Manicardi. Tra il 1927 e il 1928 fu chiamato a decorare la facciata della chiesa di San Francesco, opera al centro di accese polemiche. Nel 1931 realizzò una serie di affreschi per la Casa del Mutilato di Reggio Emilia.

Nel 1935 accettò l’invito a ricoprire la cattedra di ornato al liceo artistico di Venezia, dove ebbe modo di confrontarsi con nuove realtà artistiche. Espose in diverse edizioni della Biennale e nell’edizione del 1938 l’opera Temporale venne acquistata dal Ministro dell’Educazione Nazionale per la Galleria d’Arte Moderna di Roma.