Domenico Pellizzi
Testa di vecchio

Domenico Pellizzi
Testa di vecchio

Domenico Pellizzi (Reggio Emilia 1818 – 1874)
Testa di vecchio
carboncino su carta

L’opera
Il disegno a carboncino raffigurante con probabilità un religioso, colpisce per la sicurezza del tratto e la precisione nella descrizione fisionomica. La sapiente lumeggiatura anima il volto e ne accentua l’espressione intensa, quasi bloccata nel tempo come in uno scatto fotografico.

L’autore
Abile ritrattista, Domenico Pellizzi si specializzò nel filone della pittura di figura, tanto da venire chiamato a insegnare presso la Scuola di Belle Arti di Reggio Emilia, di cui fu anche direttore. In quella stessa scuola si era formato con Prospero Minghetti, proseguendo gli studi all’Accademia di Parma sotto la guida di Giambattista Borghesi, esponente della corrente classicista, e all’Accademia Atestina di Modena.

Prese parte ai moti del 1848 e a causa delle simpatie liberali fu costretto a lasciare Reggio Emilia. L’impegno civile dell’artista è ravvisabile anche nelle opere giovanili in cui si sofferma su problematiche sociali, come nel dipinto I buoni fanciulli, che raffigura un gruppo di giovani mendicanti. La partenza obbligata dalla città natale fu occasione per frequentare gli ambienti artistici fiorentini, poi si trasferì a Roma nel 1849 dove, come Alessandro Prampolini e Alfondo Chierici, si avvicinò al circolo purista di Tommaso Minardi. Risale al soggiorno romano la grande tela di gusto accademico raffigurante la Strage degli innocenti, ora conservata nei Musei Civici di Reggio Emilia. L’argomento religioso fu affrontato dall’artista in numerosi dipinti, come San Filippo condotto in cielo da un angelo per la chiesa del Santo e San Francesco che risuscita un annegato per la chiesa di San Francesco. Della sua attività di ornatista si ricordano in particolare gli otto medaglioni allegorici a decorazione del soffitto del Teatro Municipale di Reggio Emilia.