News

dare voce a persone disabili

Da Reggio Emilia parte una sfida: permettere a persone prive di linguaggio verbale di comunicare i propri desideri, i pensieri e i propri vissuti. “Tre passi” è il nome di un importante progetto pilota, primo in Italia, che si propone di facilitare la comunicazione delle persone disabili, promosso da numerosi soggetti, pubblici e privati.

Asp Charitas di Modena con Unimore, associazione Controvento e cooperativa sociale Progetto Crescere, con il sostegno della Fondazione Manodori e associazione Futuro di Modena, hanno continuato le attività previste anche in tempo di pandemia.

Il percorso sperimentale, iniziato nel marzo 2020, tende a verificare la possibilità di utilizzare tecniche di comunicazione aumentativa alternativa con le persone residenti all’Asp Charitas prive di linguaggio verbale, che sono l’80% degli ospiti.
A distanza di mesi dall’inizio della sperimentazione è stato stilato un primo rendiconto delle attività e, soprattutto, è proseguita l’attività di formazione a distanza del personale In poco tempo, dunque, la determinazione dei promotori ha consentito di superare i problemi organizzativi imposti dal distanziamento sociale, in modo da permettere la prosecuzione della ricerca che appare, fin da ora, molto promettente per gli ospiti coinvolti.

“La Comunicazione Aumentativa e Alternativa – sottolinea il presidente dell’Asp Charitas, Mauro Rebecchi – rappresenta un’area della pratica clinica che cerca di compensare la disabilità temporanea o permanente di persone con bisogni comunicativi complessi. Utilizza tutte le competenze comunicative, includendo le vocalizzazioni o il linguaggio verbale esistente, i gesti, i segni, l’utilizzo di ausili e la tecnologia avanzata”.

La finalità di questo progetto sperimentale non è semplicemente di applicare una tecnica riabilitativa, ma di costruire un sistema flessibile su misura per ogni persona, da promuovere la comunicazione in tutti i momenti e luoghi della vita. Una risposta personalizzata darà modo agli utenti esprimersi ed entrare in relazione con maggiore facilità e, di conseguenza, di migliorare i propri rapporti interpersonali e la propria espressività.
Le attività previste si suddividono, come suggerisce il nome del progetto, in tre passi: la ricerca, l’indagine sulle abilità comunicative e l’attivazione di un centro di consulenza rivolto all’esterno del centro Charitas.
Il progetto si avvale della collaborazione di Silvia Gozzi, docente del master di comunicazione aumentativa alternativa dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

“Unimore è stata tra le prime università nel nostro Paese ad attivare un master di questo genere, molto innovativo e impegnativo, – afferma Elisabetta Genovese, delegata del rettore alle Disabilità e i disturbi specifici di apprendimento – realizzato grazie alla partecipazione di alcuni dipartimenti dell’ateneo e delle aziende sanitarie locali. L’idea del master si fonda su una lunga esperienza nel campo dei disturbi della comunicazione e della disabilità maturate dal nostro servizio Accoglienza Studenti Disabili o con Dsa, disturbi specifici di apprendimento, ed intende fornire conoscenze sulla comunicazione aumentativa alternativa e su tutti gli ambiti di applicazione, approfondendo i risvolti psicologici e permettendo ad operatori sanitari, ma anche a coloro che lavorano nell’ambito scolastico, di gestire una relazione empatica favorendo l’inclusione sociale, scolastica e lavorativa di queste persone. Oggi stiamo pensando ad una riorganizzazione online del master per favorire la diffusione delle conoscenze più aggiornate in questo ambito, anche in periodo di pandemia”.

Fondamentali ai fini della realizzazione di questa iniziativa i contributi preziosi della Fondazione Manodori e dell’Associazione Futuro, resisi disponibili per un progetto che, attraverso l’impegno di diverse realtà pubbliche e private, consente di comprendere meglio le esigenze di tante persone fragili e di dare loro voce.